Il biologo svizzero José Vouillarmoz deve la sua fama internazionale in particolare all’imponente ricerca che, con la collega inglese Jancis Robinson e la giornalista Julia Harding, è approdata nel libro Wine Grapes – A complete Guide to 1368 Vine Varietes, un “censimento” globale che descrive 1.368 varietà di vite (in pratica quelle note), di cui ha profilato il Dna. Originario del Vallese, il 54enne ampelologo utilizza le più moderne biotecnologie per approfondire le conoscenze sulla vite e sul vino. In Italia ha collaborato con l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Una sua ricerca, su basi genetiche, archeologiche e chimiche, ha fissato la prima domesticazione della vite in Anatolia e non in Transcaucasia come si credeva. È membro dell’Académie Internationale du Vin, dell’Académie du Vin de Bordeaux e del Circle of Wine Writers, la principale associazione mondiale di quanti scrivono di vino.

Gli è stato assegnato il Premio Civiltà del Vino per la sua opera di ricercatore riconosciuta a livello internazionale, che coniuga le più attuali biotecnologie al patrimonio culturale e storico autoctono. Il volume Wine Grapes, divenuto opera di riferimento mondiale, insieme alla sua intensa attività divulgativa, arricchisce il suo contributo alla civiltà del vino.

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LA STORIA DEL PREMIO

Il riconoscimento è nato nel 1981 con il Premio Masi Civiltà Veneta, conferito a personalità originarie delle Venezie che si sono distinti nei campi della letteratura, dell’arte, del giornalismo, della scienza, dello spettacolo e dell’economia.